La mia autostrada verso il cielo

Presso l’aula consigliare di Buccinasco potreste vedere una mostra, organizzata per la festa che presenta la figura di Carlo Acutis, giovane milanese che verrà beatificato il 10 ottobre prossimo ad Assisi. Una breve esistenza la sua, nasce a Londra il 3 maggio 1991 e muore a Monza il 12 ottobre 2006. Breve ma intensa e spiritualmente ‘compiuta’, tanto che la Chiesa ha riconosciuto la sua santità. Cioè di aver vissuto con profondità l’amicizia con Cristo ed ora lo propone all’imitazione e tutto il popolo cristiano. Vedendo la mostra e leggendo qualche sua biografia sarete confermati in questa impressione di vita realizzata e santa.

Quello che vorrei oggi sottolineare è però qualcosa di molto più semplice. Egli è nostro contemporaneo. Non è neanche impossibile che l’abbia visto perché spesso mi recavo nella sua parrocchia S. Maria Segreta in Milano. E questa osservazione così semplice mi fa dire che forse in questo nostro tempo non manca la presenza di Dio ma la nostra fede.

Perché noi discepoli di Gesù siamo diventati lamentosi, sfiduciati, senza speranza perché abbiamo l’impressione che Dio ci abbia abbandonato. Anzi, di più, molti sono convinti che questo sia il tempo dell’azione demoniaca: visto il successo che hanno certi programmi e certi predicatori. Eppure, Gesù e il suo Spirito agiscono anche oggi chiamandoci ad una attenzione e fiducia vive e vitali.

Papa Francesco nell’esortazione apostolica post sinodo dei giovani dice parlando dei ‘santi giovani’: Il cuore della Chiesa è pieno anche di giovani santi, che hanno dato la loro vita per Cristo, molti di loro fino al martirio. Sono stati preziosi riflessi di Cristo giovane che risplendono per stimolarci e farci uscire dalla sonnolenza. Attraverso la santità dei giovani la Chiesa può rinnovare il suo ardore spirituale e il suo vigore apostolico. Il balsamo della santità generata dalla vita buona di tanti giovani può curare le ferite della Chiesa e del mondo, riportandoci a quella pienezza dell’amore a cui da sempre siamo stati chiamati: i giovani santi ci spingono a ritornare al nostro primo amore (cfr Ap 2,4)».

Anche Acutis ci invita a ritornare al primo amore, a non lasciarci irretire da ciò che può fuorviarci, ad essere sempre originali e fedeli. Ha scritto: “tutti nascono originali, molti muoiono come fotocopie”.