CHOC

Forse è bene che non ci chiudiamo gli occhi e il cuore. La preoccupazione per la pandemia ci ha tolto la sensibilità e la capacità di guardare anche altrove. E in questo guardare altrove leggo sul giornale una notizia choc: l’Olanda ha annunciato l’eutanasia per i bambini sotto i 12 anni. Giuseppe Anzani, Avvenire del 16 ottobre: “Ho sotto gli occhi la lettera che il ministro olandese per la salute (sic!) Hugo de Jonge ha scritto al suo parlamento per annunciare che verrà regolata la ‘cessazione attiva della vita’ dei bambini da 1 a 12 anni malati terminali. Cessazione della vita attiva vuol dire che saranno uccisi. Per il loro bene si capisce, per il loro migliore interesse, secondo l’ideale eutanasico, di cui l’olanda è avamposto … Ministro chi è padrone della vita di un bambino? Chi è padrone della sua morte? Nei segreti pensieri che la pandemia va seminando dentro le nostre inquietudini, forse i fantasmi di padronanza sulla vita e sulla morte dovrebbero rifare i conti col mistero che accompagna ogni vita umana”. Fin qui l’articolista. Io ho letto recentemente un piccolo libretto di don Carlo Gnocchi (Pedagogia del dolore innocente) che si interrogava proprio sul senso del dolore dei bambini. Domanda scomoda, domanda scioccante che abbiamo dimenticato, che è censurata come è censurato il dolore dalla nostra società e dalla nostra coscienza. “In ogni bimbo sofferente noi dobbiamo vedere, non solo l’uomo precocemente chiamato a partecipare all’umana solidarietà nel dolore, secondo la funesta legge di Adamo, ma un piccolo agnello che purifica e redime, secondo l’amorosa legge di Cristo, un vivente sacrificio innocente per l’umanità peccatrice”. E ancora: “Ma gli uomini, pur tanto solleciti nella valorizzazione dei tesori materiali e ciecamente credenti nella forze delle potenze terrene, non si curano di valorizzare i tesori spirituali nascosti nelle anime degli innocenti e non credono abbastanza al valore determinante, anche se incontrollabile, degli agenti soprannaturali per la storia del mondo e degli individui”. Don Carlo si è preoccupato anche della salute fisica di questi bambini, evidentemente. La fondazione ‘Pro Juventute’ sta a dimostrarlo. Ma l’indicazione di una strada per la comprensione di un senso anche al dolore è opera ben più meritoria, per la nostra vita di fede e per un giudizio sulle vicende anche attuali.