Memoriale ai Milanesi

O città di Milano, la tua grandezza s’alzava sino ai Cieli, le ricchezze tue si stendevano sino ai confini dell’universo mondo; gli uomini, gli animali, gli uccelli vivevano, e si nutrivano della tua abbondanza; concorrevano qui da ogni parte persone basse a sustentarsi nei sudori tuoi sotto l’ombra tua; convenivano nobili, e illustri ad abitar nelle tue case, a goder delle tue comodità, e a far nido, e stanza nei tuoi siti …

Non hai ancora capito, Milano mia, che fu precisamente per mezzo del Santo Chiodo della Croce di Gesù Cristo, che devotamente conservi e adori, che fosti ultimamente liberata dalla peste? Chi può contare quanti benefici ricevono e quante grazie continuamente ottengo (le popolazioni) per l’intercessione dei santi dei quali venerano le reliquie? … In tanti modi Gesù Cristo ha glorificato i suoi santi; … ha onorato come parti del suo corpo le reliquie, compiendo miracoli ed elargendo benefici per merito loro

Non vi impressiona il fatto che queste parole siano scritte dal vescovo Carlo Borromeo qualche anno dopo la conclusione della ‘peste’ che colpì la città di Milano nel XVI secolo? Non vi impressiona l’attualità di queste parole che possono essere applicate medesime ai nostri giorni dopo che abbiamo vissuto l’esperienza della pandemia di Corona virus e dalla quale ne siamo parzialmente, speriamo, usciti? 

La peste è estinta, sia benedetto Dio, e padre delle misericordie. E Dio di ogni consolazione,, e fattoci questa nuova misericordia. Conosco, o Milano, e riconosci la grazia che da sua Maestà è stata ora concessa a te e alla tua diocese. Conosci il beneficio che hai ricevuto. Conosci da chi l’hai ricevuto. Conosci te stesso, non con spirito di mondo, ma con Spirito che sia da Dio’.

Sembra essere stato necessario al santo vescovo leggere la situazione con occhi spirituali perché si fuggisse la tentazione di mettere il tempo passato tra parentesi, domenticandolo  in fretta. Non sembra anche a voi che la tentazione sia oggi di voler tornare alla vita di prima come se nulla fosse accaduto, senza memoria, senza coscienza che la guarigione necessaria è certo quella fisica, ma ancor più spirituale. Non mi sembra di vedere una grande partecipazione collettiva ad un ringraziamento a Dio. Non mi sembra di percepire una coscienza comunitaria di quanto sia importante riconoscere la signoria di Dio sulla nostra vita, che permette una necessaria conversione di abitudini e stili che permetterebbero una vita più umana, meno frenetica, più capace dell’essenziale.

Il Memoriale colpì profondamente, in anni a noi vicini, la sensibilità del primo Giovanni Testori, che lo trovava del tutto congeniale alla sua visione esasperata dell’eterno duello tra la vita e la morte, la carne e lo spirito. Proprio per questo lo volle riproporre, corredato da una toccante prefazione, nel 1965 e poi di nuovo nel 1983. E Nel 1984 il cardinale Martini lo ripropose, sia pure in forma diversa, in una processione penitenziale portando per le vie di Milano la ‘Croce e il S. Chiodo’ che S. Carlo portava in processione durante la peste di quegli anno di fine 1500 per denunciare quelle pesti che ancora affliggevano e affliggono la nostra città.

Forse anche a noi ci è chiesto di recuperare questa lettura spirituale che potrebbe farci

vivere in maniera più adeguata questo tempo di post pandemia

Don Maurizio