Idoli muti

Oggi celebriamo la festa di Pentecoste, festa anche della nostra comunità. Quale augurio possiamo formulare in questo tempo alla nostra parrocchia e a noi stessi. Quello che lo Spirito ci dia il dono della comunione e della fede. Mai come oggi il rischio è quello di immaginare la fede come acquiescenza con la nostra opinione, immaginandola come convincimento intellettuale, presa di coscienza di argomenti validi da proporre in contrapposizione ad altri argomenti validi. Ideologia contrapposta ad altra ideologia. ‘Idolo muto’ perché dice se stesso, perché esprime la propria opinione, perché rimanda in fondo a se, alla propria cultura, al proprio convincimento, alla propria capacità. Ma è necessario lasciar parlare Cristo, cioè far si che si renda presente Lui. “Senza lo Spirito Santo Dio è lontano, Cristo rimane nel passato … con lo Spirito santo Cristo risuscitato è presente.” (preghiera della Chiesa Ortodossa) Mai come oggi il rischio è quello della frammentazione della comunità in tanti frammenti accostati, non comunicanti. Tante piccole chiesole dove il proprio presunto ‘carisma’ diventa metro di giudizio sulla fede e sulla carità degli altri. Il vero privilegio è quello di essere parte di ‘un unico corpo’, di partecipare alla ricchezza dell’unico Spirito che da Lui proviene. “senza lo Spirito la Chiesa è una semplice organizzazione … con lo Spirito la Chiesa significa comunione trinitaria.” (preghiera della Chiesa Ortodossa). Arte difficile quella della comunione e della docilità allo Spirito. Noi in fondo ci sentiamo insostituibili e agiamo come se tutto dovesse dipendere da noi. Quanto siamo addolorati e dispiaciuti se non sono presi in considerazione le nostre opinione e i nostri consigli. Quanto poco liberi siamo di consigliare ma di non pretendere, di indirizzare ma di saperci mettere in disparte, di suggerire ma di non pretendere che si faccia come vogliamo. Quanto è difficile la fiducia che la società, la Chiesa, il mondo andrà avanti per l’azione efficace dello Spirito anche dopo di noi, forse anche meglio. Conservami, o Spirito Santo, un cuore di fanciullo, puro e limpido come acqua di sorgente. Ottienimi un cuore semplice, che non si ripieghi ad assaporare le proprie tristezze; un cuore magnanimo nel donarsi, facile alla compassione, un cuore fedele e generoso, che non dimentichi alcun bene e non serbi rancore di alcun male. Formami un cuore dolce e umile, che ami senza esigere di essere riamato, contento di scomparire in altri cuori.