Chi può impedire

Prendo spunto dal racconto, prima lettura della liturgia odierna, di Luca (Atti capitolo 10) che narra questo episodio che ha come protagonista Pietro e il centurione Cornelio. Ma protagonista indiscusso è lo Spirito Santo: “chi può impedire che siano battezzati con acqua questi che hanno ricevuto lo Spirito Santo?” La Chiesa cammina nella storia e nel mondo, così suggeriscono gli Atti, grazie all’impulso dello Spirito di Gesù. La Chiesa comprende la sua via ed è vivificata dallo Spirito di Gesù. Questa è la risposta più profonda che Gesù da a Giuda (brano evangelico): “perché ti manifesti a noi e non al mondo?” cioè perché non fai un segno così che tutti ti possano riconoscere? La tentazione di sempre di tutti gli pseudo discepoli e degli pseudo credenti. Quelli che vogliono sempre conferme e non si spiegano perché non solo la manifestazione di Gesù è personale e intima, ma anche perché lascia alla nostra povera testimonianza di dirne l’efficacia e la verità. Il segno è la presenza dello Spirito che rinnova e ricrea e rende Gesù risorto esperienza attuale.

In questi tempi domandiamo soprattutto due doni allo Spirito quello dell’intelletto e quello della fortezza. L’intelletto cioè la capacità di leggere negli avvenimenti della vita il filo rosso della provvidenza di Dio. Ogni situazione che affrontiamo, personale o comunitaria, è posta all’interno di una storia che per noi è storia di salvezza; nella quale non siamo abbandonati al caos o alla potenza dell’avversario ma sostenuti dall’azione di grazie di Dio provvidente. Quanto ci occorre questo dono! Noi che siamo abituati a fermarci ai particolari della nostra vita e dunque ci abbandoniamo spesso allo sconforto e alla lamentela.

La fortezza perché ci vuole forza d’animo, perseveranza nell’affrontare la vita. Quando ci occorre questo dono! Noi che sostituiamo la sana prudenza con la paura, noi che sostituiamo la distanza sociale con il timore che gli altri siano untori, noi che pensiamo che a salvarci sarà il raggiungimento del rischio zero. Ma se il vaccino ci guarirà dal covid, la morte, quella, non la vincerà nessuno. Ed allora facciamo bene ad aver prudenza ma insieme faremmo bene a preoccuparci della vita eterna, l’unica preoccupazione sana ed intelligente.

Chiudo proponendovi una bellissima preghiera allo Spirito Santo. Più che preghiera una riflessione della tradizione cristiano ortodossa (Metropolite Ignatios di Latakia) che così recita:

Senza lo Spirito Santo

Dio è lontano, il Cristo resta nel passato, il Vangelo è lettera morta, la Chiesa una semplice organizzazione, l’autorità una dominazione, la missione una propaganda, il culto un’evocazione e l’agire cristiano una morale da schiavi.

Ma nello Spirito Santo

il cosmo è risuscitato e cresce nelle doglie del parto del Regno, il Cristo Risorto è presente, il Vangelo è Potenza di vita, la Chiesa diventa Comunione Trinitaria, l’autorità è servizio liberatore, la missione è Pentecoste, la liturgia è memoriale e anticipazione, l’agire umano è deificato.”